Skip to content Skip to footer

Ridurre lo Spreco Alimentare: Un Passo Verso la Sostenibilità

Lo spreco alimentare rappresenta una delle sfide più significative e urgenti del nostro tempo, incidendo profondamente sull’ambiente attraverso le ingenti emissioni di CO2e che contribuisce a generare. Nell’attuale contesto globale, dove la sostenibilità si impone come imperativo morale e operativo, emerge la necessità di adottare strategie efficaci per la gestione e la riduzione dello spreco alimentare. In questa ottica, la certificazione di Food Waste Management si configura come una soluzione di avanguardia, come dimostrato dall’eccellenza di programmi televisivi di cucina come Masterchef, che hanno saputo integrare pratiche sostenibili all’interno dei loro format.

Il Collegamento tra Spreco Alimentare ed Emissioni di CO2e

La relazione tra lo spreco alimentare e le emissioni di gas serra è diretta e significativa. Dalle fasi di produzione, trasporto, fino allo smaltimento, ogni singolo grammo di cibo sprecato comporta un inutile dispendio energetico, contribuendo all’incremento delle emissioni di CO2e.

Da una prospettiva ambientale le perdite e gli sprechi di cibo sono un utilizzo estremamente inefficiente delle risorse naturali. Secondo un altro studio della FAO la perdita di cibo e gli sprechi generano una quantità enorme di gas ad effetto serra, pari a circa 3,3 miliardi di tonnellate equivalenti di anidride carbonica. Se fossero una nazione lo spreco e le perdite alimentari mondiali sarebbero al terzo posto nel mondo, solo dopo la Cina e gli Stati Uniti, per livello di emissioni di gas serra. Inoltre bisogna porre l’accento sulle grandi quantità di acqua e di fertilizzanti impiegate nella produzione di questo cibo, che purtroppo non raggiunge mai una bocca umana.

Questa consapevolezza impone un ripensamento delle nostre abitudini di consumo e produzione, orientandole verso pratiche più sostenibili e responsabili.

La FAO (2013) stima che le perdite e gli sprechi alimentari, definiti in modo convenzionale per i beni

considerati, siano associati a un’impronta globale di gas-serra, escludendo le emissioni dovute al cambio di uso del suolo, di 3,3 GtCO2 equivalenti l’anno, il 7% circa delle emissioni globali di gas-serra.

L’impronta globale di acqua “blu” (da acque superficiali e sotterranee) per la produzione agricola dovuta allo spreco alimentare nel 2007 è di circa 250 km3. L’uso di fertilizzanti associato allo spreco alimentare è di 4,3 kg/persona/anno. Non considerando gli impatti dello spreco alimentare sulle trasformazioni di uso del suolo, a livello globale lo spreco alimentare nel 2007 sarebbe stato responsabile dell’occupazione di circa 1,4 miliardi di ettari, ovvero il 28% dell’area agricola mondiale. Per quanto riguarda gli effetti sulla biodiversità, essi sono messi in relazione alla localizzazione della produzione agricola, ma non sono ancora stati compiutamente considerati gli effetti dovuti al commercio internazionale degli alimenti poi sprecati. In questo modo si stima che sia associato allo spreco alimentare il 25% della deforestazione globale e il 20% delle minacce alle specie. In più si consideri che globalmente fino al 70% del pescato a strascico è rigettato in mare (FAO, 2013).

(fonte: RAPPORTOSPRECOALIMENTARE_279_2018.pdf) 

La riduzione dello spreco alimentare si traduce in benefici ambientali tangibili, tra cui la diminuzione delle emissioni di gas serra, la conservazione delle risorse naturali e la promozione della biodiversità. Inoltre, strategie efficaci di gestione dello spreco alimentare possono migliorare la sicurezza alimentare globale, rendendo le risorse disponibili per le popolazioni più vulnerabili.

La Certificazione di Food Waste Management e l’importanza della Carbon Foot Print

Per quanto riguarda la carbon footprint, la Commissione europea ha condotto uno studio sui prodotti alimentari da cui è emerso che circa il 20-30% del riscaldamento globale del pianeta è imputabile al settore alimentare. Da questo dato, inoltre, si estrapola che l’industria delle carni sia quella a più elevata impronta ambientale e, di conseguenza, quella che comporta il maggior quantitativo di emissioni di gas serra.

Se si riducesse del 30 % il consumo di carni, aumentando nel contempo il consumo di prodotti di origine vegetale, almeno di un 15 % si otterrebbe una riduzione di emissione di gas serra di 590 kg a persona all’anno. Questo valore equivale al quantitativo di gas serra emessi da un auto che percorra 3000 km. Non si può, però, pensare di ridurre le emissioni di gas serra limitando il consumo di carne che è un alimento essenziale e fornisce all’organismo umano un apporto proteico fondamentale e, del resto, a tutti gli alimenti è associata emissione di gas serra.

La tabella seguente fornisce una stima delle emissioni di gas serra emesse per la produzione di alcuni alimenti.

(fonte dati Tukker et al., 2006)

(https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/certificazioni/files/ipp/documenti/le-impronte-ambientali-e-i-prodotti-alimentari)

Per cui analizzare la propria CFP tramite la norma UNI EN ISO 14064-1:2019 sarà fondamentale per tutte le aziende del settore alimentare in quanto incidono moltissimo al cambiamento climatico in atto, non solo a livello locale ma a livello mondiale!!!

La certificazione di Food Waste Management rappresenta un altro strumento chiave per le aziende del settore alimentare che intendono attestare il loro impegno verso pratiche sostenibili. Questa certificazione, basata su criteri rigorosi e standardizzati, valuta l’efficacia delle strategie adottate dalle aziende per prevenire, ridurre e gestire lo spreco alimentare. L’esempio di Masterchef, che ha ottenuto tale certificazione, dimostra come anche il settore dell’intrattenimento possa giocare un ruolo cruciale nella sensibilizzazione e nell’adozione di pratiche sostenibili. 

Le aziende possono implementare una serie di strategie per minimizzare lo spreco alimentare, dall’ottimizzazione della supply chain all’adozione di tecnologie innovative per la conservazione degli alimenti. Fondamentale è anche il ruolo della formazione e della sensibilizzazione dei dipendenti e dei consumatori sulle tematiche della sostenibilità. Esempi concreti di successo dimostrano come tali iniziative non solo comportino vantaggi ambientali, ma possano anche tradursi in benefici economici.

Ruolo dei Consumatori nella Riduzione dello Spreco Alimentare

Anche i consumatori hanno un ruolo fondamentale da giocare nella lotta contro lo spreco alimentare. Attraverso scelte consapevoli, come l’acquisto di quantità di cibo più aderenti alle reali necessità, la corretta conservazione degli alimenti e il riutilizzo creativo degli avanzi, è possibile contribuire significativamente alla riduzione dell’impatto ambientale associato allo spreco alimentare. 

Affrontare la questione dello spreco alimentare e delle relative emissioni di CO2e richiede un impegno collettivo e la collaborazione tra tutti gli attori della società. La certificazione di Food Waste Management e la CFP emergono come strumenti preziosi per guidare e riconoscere gli sforzi compiuti in questa direzione. Ogni azione, dal più piccolo gesto quotidiano alle strategie aziendali su larga scala, contribuisce alla costruzione di un futuro più sostenibile e responsabile.